Sarà pur vero che il giudizio sui Borbone presenta molti chiaroscuri, ma bisogna riconoscere che il lascito sull'isola d'Ischia è senz'altro positivo. Soprattutto per la realizzazione del
porto di Ischia, un'opera pubblica fondamentale per le sorti della comunità isolana che, a partire da quel 17 settembre 1854 (giorno dell'inaugurazione del porto), ha avuto la possibilità di aprire finalmente ai traffici commerciali e turistici con la terraferma.
Ma il porto non è l'unica opera che i Borbone hanno realizzato sull'"Isola Verde". Occorre ricordare il collegamento interno tra Forio, Lacco Ameno e Casamicciola e, soprattutto, la
Chiesa Santa Maria di Portosalvo, di fronte la statua del Cristo Redentore che domina il molo di attracco degli aliscafi. Poi c'è il Palazzo Reale, oggi stabilimento termale militare, un tempo dimora estiva di Ferdinando II e, prima ancora, di Ferdinando IV.
Ma procediamo con ordine. Palazzo Reale venne fatto erigere nel 1735 dall'allora Protomedico di Corte Francesco Buonocore (1689 - 1768). La famiglia Buonocore, tra le più influenti e antiche dell'isola d'Ischia, aveva infatti ottenuto in enfiteusi perpetua alcuni terreni alle spalle del "Lago De' Bagni", per la precisione sopra "La Piscinella", località prospiciente le sorgenti termali di Fornello e Fontana. Fu quest'acquisizione, insieme ad altre successive, la base che consentì al quaranticinquenne Francesco Buonocore di realizzare la sua Casina Reale, con l'intento di mettere a disposizione dei Borbone e della corte le "
miracolose" sorgenti termo-minerali presenti nella sua proprietà.
Favoloso!
E tale rimase la destinazione del palazzo fino al 1799, anno della "Repubblica Napoletana" cui prese parte anche Francesco Buonocore junior, nipote del primario deceduto trent'anni prima. L'appoggio ai moti giacobini di Napoli costò la vita al giovane Francesco, impiccato a
Procida insieme ad altri dodici prigionieri in quella che poi è stata appunto rinominata "Piazza Dei Martiri". L'incrinatura dei rapporti tra la famiglia Buonocore e i Borbone favorì il saccheggio della dimora in cui, del resto, Ferdinando IV per un per un po’ di tempo non ebbe granchè voglia di soggiornare.
Le sorti del Palazzo Reale di Ischia seguono perciò le alterne vicende del Regno di Napoli che agli inizi del XIX secolo passò sotto il controllo francese (il generale Gioacchino Murat venne nominato re di Napoli), e poi di nuovo saldamente in mano borbonica fino all'Unità d'Italia. Ferdinando II, così come aveva fatto con il porto e le altre opere pubbliche ricordate in apertura, diede nuova vita alla dimora, chiamando il botanico di corte Giuseppe Gussone a disegnare il giardino della villa, forte del buon esito della piantumazione delle
pinete di Ischia sulla vecchia colata dell'Arso.
L'Unità d'Italia coincise con il secondo saccheggio del Palazzo Reale che attraversò alcuni anni di abbandono prima che i consiglieri del Pio Monte della Misericordia suggerissero al neonato Stato italiano di trasformare la struttura in uno stabilimento termale militare. Inoltre, negli anni immediatamente successivi al terribile terremoto del 1883, il Palazzo Reale di Ischia fu prima sede dell'
Osservatorio Geofisico, in seguito costruito sulla collina della Gran Sentinella a Casamicciola.
Sono dunque 150 anni che il Palazzo Reale di Ischia è una foresteria militare che però apre spesso le porte al pubblico per spettacoli e iniziative culturali. Visitarlo, qualora se ne presentasse l'occasione, è perciò un altro tassello importante per una conoscenza maggiore dell'isola più grande del Golfo di Napoli.
Magia dell'isola d'Ischia!
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